DOMENICA DI PASQUA DELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE – ANNO A – 2020

Dal Vangelo secondo Giovanni 20, 1-9: “Vide e credette”

Breve riflessione:

Il Vangelo di questa domenica più che un resoconto dell’apparizione di Gesù risorto è un resoconto della scomparsa. Ciò che Maria Maddalena e i due apostoli trovano non è la gloriosa manifestazione del Risorto, ma una tomba vuota. Dato questo fatto, ci sono due interpretazioni. La prima è l’atteggiamento iniziale di Maria Maddalena: “Hanno tolto il Signore dalla tomba e non sappiamo dove l’hanno messo”. L’altra è la risposta di fede degli apostoli: “Ha visto e creduto”.

L’atteggiamento più ovvio è senza dubbio quello di Maria Maddalena. Un enorme carico di amore e affetto si osserva nelle sue parole. Ma la sua prospettiva rimane una corta distanza. L’atteggiamento degli apostoli è diverso. Arrivano alla tomba e osservano cosa è successo. Solo più tardi la loro intelligenza si apre e comprendono ciò che non avevano precedentemente compreso nelle Scritture: “che doveva risuscitare dai morti”.

Gesù è, curiosamente, il grande assente di questa storia, ma allo stesso tempo la forza autentica che rivitalizza la vita dei credenti. Le bende e il sudario sono come testimoni silenziosi che il suo cadavere era lì. Ma è proprio su quel vuoto che si afferma la fede. Non ci era stato detto che la fede è credere in ciò che non si vedi? Bene, qui abbiamo una prova concreta. Intorno all’assenza di Gesù sorge la convinzione che Egli è  vivo, di essere risorto. Non furono gli ebrei o i romani a prendere il suo corpo. È stato Dio stesso, l’Abba di cui ha parlato tante volte, che lo ha risuscitato dai morti, ha riavuto una nuova vita da Lui. Una vita diversa, piena. Gesù non appartiene più al regno dei morti, ma è tra i veri vivi. In questa nuova vita, la sua umanità viene definitivamente trasferita alla divinità. La morte non ha più potere su di lui.

Ma non ci sono prove. Non c’erano agenti di polizia che raccoglievano le impronte digitali. Non c’erano giudici o commissioni parlamentari. Non c’erano giornalisti o telecamere o microfoni. Niente di tutto ciò. Solo la testimonianza dei primi testimoni che ci è giunta attraverso i secoli: “Gesù è risorto”. Molti hanno trovato in quella fede una fonte di speranza, di vitalità, di energia che ha dato significato alle loro vite. La vita di così tanti santi, canonizzati o meno, ne è una testimonianza. Ma non ci sono prove. Solo la fiducia nella parola di quei testimoni apre la strada a quel nuovo modo di vivere. Credi anche tu? AONE.

BUONA PASQUA!