VI DOMENICA DI PASQUA – ANNO A – 2020

Dal Vangelo secondo Giovanni 14,15-21: “Dalla legge allo Spirito dell’amore”

Breve riflessione:

La morale non è di moda oggi. Tutti sembrano sapere perfettamente cosa fare in ogni momento e nessuno può sopportare l’imposizione di regole o di obblighi. Purtroppo, ci sono molti che continuano a vedere la fede cristiana come una raccolta di norme, comandamenti e obblighi che devono essere scrupolosamente rispettati. Questa sarebbe la condizione per ottenere la salvezza. Colui che rispetta le regole, molte delle quali di natura rituale, come andare a messa ogni domenica, confessarsi una volta all’anno, ecc. o la realizzazione esterna delle regole, come il matrimonio in chiesa, la salvezza è garantita. Forse è per questo che ci sono molti cristiani che finiscono per andare alla Messa nel momento giusto, rimangono in fondo senza partecipare troppo e, poiché sono già vicino all’uscita, se ne vanno non appena il sacerdote dà la benedizione o anche prima.

Gesù, nel Vangelo di oggi, pone la domanda esattamente nel modo opposto. L’obbligo dei comandamenti in quanto tale non ha alcun significato se non è compreso nel contesto di una relazione personale con Gesù stesso: “Se mi ami, osserverai i comandamenti”. Quindi non si tratta di osservare i comandamenti automaticamente o alla cieca per ottenere la salvezza. Il primo passo è incontrare Gesù, scoprire chi è e cosa significa o che senso ha o da alla nostra vita. Da quella relazione personale nasce l’amore e la sequela. I comandamenti sono una pura conseguenza di quella vita di sequela. Ma prima è l’amore. E questo, in nessun caso, può essere imposto come obbligo.

Chi segue Gesù e lo ama capirà come un semplice obbligo l’invito della Chiesa a incontrarsi una volta alla settimana per ascoltare insieme la Parola e condividere il Pane e il Vino al tavolo eucaristico?

Più che un obbligo, è una gioia e un diritto: incontrare i miei fratelli e sorelle e insieme ringraziare Dio per tutto ciò che ci dà.

Essere cristiani, far parte della Chiesa cattolica, non è adempiere automaticamente una serie di norme e comandamenti e per il gusto di farlo. E’ fare parte di una famiglia che si estende oltre il sangue e la cultura. E’ aver accolto nel cuore una tradizione che risale a tanti secoli fa. E’ aver ascoltato la predicazione di Filippo e ricevuto lo Spirito Santo dagli apostoli. Essere un cristiano significa mettere Gesù al centro della mia vita e amarlo e amare i miei fratelli e sorelle con la forza del suo esempio e del suo spirito.

Questa domenica dobbiamo guardare a Gesù, renderlo presente in noi e guardarlo negli occhi. È l’unica ragione per cui dobbiamo continuare a confessarci come cristiani, per adempiere a ciò che il Vangelo e la Chiesa ci chiedono. – AONE.

Buona domenica!