SOLENNITÀ DI PENTECOSTE – ANNO A – 2020

Dal Vangelo secondo Giovanni 20,19-23: “Lo Spirito che viene dall’Alto!”

Breve riflessione

Oggi la liturgia ci ripropone un brano evangelico che abbiamo già ascoltato nella seconda domenica di pasqua per cui oggi mi soffermerò sulla prima lettura e cercherò di cogliere lì il messaggio di questa festa.

Per interpretare in modo corretto questo brano degli atti degli apostoli dobbiamo guardare ciò che viene affermato da due testi evangelici. Il primo lo troviamo nel brano evangelico di oggi. Ci verrà detto che i discepoli si trovavano insieme la sera del giorno di Pasqua, erano in dieci perché Giuda aveva lasciato il gruppo ed era assente anche Tommaso. Avevano sbarrato le porte della casa perché avevano paura dei giudei. Giovanni dice che quella sera il Risorto venne, stette in mezzo a loro e disse pace a voi! Come il padre ha mandato me anch’io mando voi. Dicendo questo alitò dentro di loro e disse, ricevete lo Spirito Santo se eleminate i peccati di qualcuno saranno eliminati se li tratterete resteranno trattenuti. Alitò dentro di loro, non alitò su di loro, ma è un soffio che il Risorto vuole che giunga al cuore dei discepoli e disse, ricevete lo Spirito Santo.

Siamo nella sera del giorno di Pasqua e il Risorto ha donato il suo Spirito e quindi non 50 giorni dopo come nel racconto degli Atti degli apostoli.

Come mai ci Luca colloca questo dono dello Spirito 50 giorni dopo, nella festa di Pentecoste?

Sempre nel vangelo secondo Giovanni noi troviamo un altro richiamo importante al dono dello Spirito, nel momento della morte di Gesù sul Calvario, dice  Giovanni che Gesù, dopo aver ricevuto l’aceto disse, è compiuto, ho portato a compimento la missione per la quale il Padre mi aveva inviato nel mondo poi, chinato il capo, Marco dice spirò, Giovanni dice, donò lo Spirito in quell’ultimo soffio.

Nel nostro mondo è entrata questa forza divina che è quella dello Spirito che ha animato tutta la vita di Gesù di Nazaret. Proviamo a pensare se Gesù se ne fosse andato da questo mondo ci avrebbe lasciato un esempio meraviglioso di vita donata per amore, conserveremo un ricordo stupendo della sua persona ma il mondo sarebbe continuato come prima. Per vivere come lui è necessario essere dotati di una forza straordinaria. Occorre la sua stessa forza, la sua stessa capacità di amare, di donare la vita anche per il nemico, e questo non ci viene dalla nostra natura umana, non ci viene spontaneo e naturale fare del bene a chi ci ha fatto del male, porgere l’altra guancia, aiutare un nemico che forse continua ad odiarci mentre lo soccorriamo, non viene dalla natura biologica e che noi abbiamo. La nostra natura biologica non ci porta in questa direzione, ma in quella opposta, la pulsione che ci viene naturale è quella di pensare a noi stessi, di cercare il nostro tornaconto, di fare ciò che ci piace, non ci porta a pensare che la vita più bella è quella spesa per gli altri.

Dove attingere questa forza che a portato Gesù a donare tutta la sua vita? E’ necessario una nuova nascita non dalla terra, ma dal cielo, è quello che Gesù ha detto nel discorso con Nicodemo. Lo ricorda che ciò che nasce dalla carne è carne, è necessario una nuova nascita, dall’Acqua e dallo Spirito.

E’ stato sul Calvario il momento in cui Gesù, quando ha concluso la sua missione, ha effuso sull’umanità il suo Spirito, la sua forza, la sua capacità di amare.

Cerchiamo di comprendere le immagini bibliche con cui Luca chi racconta che cosa accade nel mondo quando giunge lo Spirito che viene dall’alto.

Notiamo le due immagini che vengono impiegate per presentare questa discesa dello spirito sull’umanità.

La prima immagine, come vento impetuoso che riempie la casa.

Anzitutto in ebraico ruha significa proprio vento impetuoso, non aria stagnante, è un vento travolgente. Ecco la prima immagine con cui l’autore degli Atti ci presenta che cosa accade nel mondo quando giunge questo ruha divino, che come il vento impetuoso, ricordiamo come nella rivelazione, sull’oreb a Elia, viene presentata questa rivelazione in questo modo. Vi fu un vento impetuoso gallardo che scuote i monti e spacca le pietre. Ecco che cosa accade dove arriva questo vento che viene dall’alto. E’ una forza sovrumana e incredibile. Una forza divina. Dove arriva lo Spirito nulla rimane come prima.

Se entra nel cuore di una persona lo Spirito che viene dall’alto viene stravolto tutto. Si era una persona corrotta, disonesta, egoista, ripiegata sui beni di questo mondo, tutto questo suo progetto di vita viene buttato all’aria, ad esempio, Zaccheo, tutto il modo con cui lui aveva gestito la sua vita puntando tutto sul denaro, sui piaceri sul godersi la vita. Questo suo progetto quando, arriva lo Spirito di Cristo viene buttato all’aria, è come se nella sua casa fosse entrato questo vento impetuoso. Ricordiamo al tempo dal Concilio Vaticano II quando si sono spalancate le porte al vento dello Spirito è andato tutta all’aria, certe tradizioni che non avevano alcun fondamento, non erano sane, non erano evangelici sono volate via. Ricordiamo come sono girati gli altari.

Seconda immagine lingue come di fuoco.

Non immaginiamo del fuoco materiale che è sceso dal cielo. Dice come di fuoco, come di vento. Il fuoco nell’antico testamento è un immagine di Dio, ricordiamo il roveto ardente dal quale usciva la voce di Dio che parlava a Mosè oppure la colonna di fuoco che guidava il popolo di israele nel deserto, cammino verso la terra promessa.  E più significativo ancora il dono dell’antica legge è stato presentato nel libro dell’Esodo in questo modo: sul far del mattino ci furono tuoni, lampi, un suono fortissimo, il Signore era sceso nel fuoco, e tutto il monte tremava. Sono le stesse immagini che sono state impiegate da Luca negli atti degli apostoli proprio per presentare la venuta della forza divina e dello Spirito il divino.

Che cosa fa questo fuoco? Il fuoco che purifica brucia tutto quello che c’era prima. Ricordiamo il Battista che cosa ha detto: quando giungerà questo Spirito, la paglia verrà bruciata. Non sono gli uomini e donne che vengono buttati all’inferno è tutta la malvagità che è stata prodotta dalla nostra cattiveria, gli odi, le violenze, le guerre. Se entra lo Spirito che viene dall’alto tutto questo viene bruciato. E’ un fuoco purificatore, questo è l’unico fuoco che Dio conosce, non il fuoco dell’inferno, spegniamolo buttando chi su tanta acqua santa. L’unico fuoco che Dio conosce è il fuoco del suo amore, del suo Spirito che purifica il mondo.

Sempre riguardo al fuoco che ha detto Gesù, sono venuto a gettare fuoco sulla terra e come vorrei che fosse già acceso, è per questo che Gesù è venuto nel mondo per portare questo fuoco divino.

E furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.

Il primo segno della presenza di questo Spirito nel mondo è un linguaggio nuovo, un linguaggio che tutti capiscono, chi ha ricevuto questo Spirito dall’alto non parla più come prima, il suo linguaggio non è più quello dalle parole arroganti, l’insulto, la menzogna, l’inganno, è un linguaggio nuovo quello che si rivolge al fratello o sorella. Solo parole di amore, di incoraggiamento, di speranza, di perdono, questo è l’unico linguaggio che è capito da tutti.

La manifestazione dello Spirito non a un solo popolo, ma a tutti i popoli del mondo. Abitavano allora a Gerusalemme giudei e osservanti di ogni nazione, è sotto il cielo a quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e fuori di sé per la meraviglia, dicevano: tutti costoro che parlano non sono forse galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Abbiamo ascoltato un lungo elenco di nomi di popoli. Come mai Luca gli ha inseriti nel suo racconto? Gli ha inseriti con questo obiettivo.  I popoli parlano tante lingue, e per lingue si intende anche la diversità delle culture, del modo di ragionare, di filosofare, mentalità diverse, tradizioni diverse, e tutti questi popoli adesso ascoltano le grandi opere di Dio annunciate da questi discepoli che hanno ricevuto lo Spirito.

Quali sono queste grandi opere di Dio? La meraviglia operata da Dio, per il dono che ci ha fatto di inviare il suo figlio, proprio per portarci e donarci la sua stessa vita. Se non ci avesse fatto questo dono, il destino di noi uomini e donne, venuti dalla terra, sarebbe stato quello di arrivare alla tomba e la nostra vita non avrebbe avuto alcun senso. Questa è la meraviglia, la bella notizia del vangelo, l’amore infinito che Dio ha avuto per noi, che adesso deve essere annunciato a tutti i popoli, e questi popoli lo ascoltano nella loro lingua, cioè nella loro cultura, nel loro modo di ragionare.

Un errore che è stato fatto in questo annuncio, ad esempio quando i missionari celebravano la messa in latino, in terra di missioni, si cantava gregoriano, per questo non era portare il vangelo nella loro lingua, farglielo ascoltare nella loro cultura, ma era importare la propria cultura. Oggi si è capito il messaggio, che gli Atti degli apostoli ci stanno dando. Annunciamo le meraviglie del Signore, ma tutti le devono capire e accogliere nella loro cultura. Adesso capiamo la ragione per cui Luca ha presentato questo dono dello Spirito nella festa di Pentecoste ebraica.

Che cosa si celebrava nella festa di Pentecoste, si celebrava il dono dalla Torah che Israele aveva ricevuto. I rabbini dicevano che Dio aveva offerto questa Torah a tutti i popoli, ma l’avevano rifiutata, Israele, il popolo saggio l’aveva accolta, diceva il libro del deuteronomio, quando gli altri popoli ascolteranno le meravigliose leggi che voi avete ricevuto, e quindi sapete come ci si comporta da uomini e donne, e i popoli rimarranno tutti ammirati e diranno, non c’è nazione saggia intelligente come Israele. -AONE.

Buon domenica di Pentecoste