II DOMENICA DI QUARESIMA – ANNO B – 2021

Dal Vangelo secondo Marco 9,2-10: “L’occhio, lucerna del corpo”

Nella vita succede che una persona che incontriamo spesso, un collega di lavoro, un compagno di università o di scuola, un vicino di casa, un giorno ci appaia diverso. Si vive per mesi insieme e a un tratto ci si innamora. L’altro è visto con occhi nuovi, come se lo guardassimo per la prima volta, come se la sua presenza riempisse di colpo tutto lo spazio, come se fosse trasfigurato.

Pietro, Giacomo e Giovanni hanno vissuto un’esperienza di questo tipo: improvvisamente, hanno visto Gesù in un’altra luce, come se fosse oltre questa vita, eppure Marco nota con schiettezza che gli apostoli si chiedevano che cosa volesse dire risuscitare dai morti. Certamente si rendevano conto di aver intravisto qualche cosa dell’altro mondo, il Signore rivestito di uno splendore che nessun lavandaio sulla terra potrebbe ottenere.

Un sacerdote cercava sempre di guardare chi veniva da lui per confessarsi nella luce del suo essere eterno, cioè perfettamente realizzato nell’Amore di Dio. Le persone si sentivano allora da lui comprese, accolte, entravano in un’atmosfera di totale fiducia. Egli cercava di raggiungerle lasciandosi attraversare non dai desideri a loro riguardo, no dall’impressione che potevano destare in lui, ma dall’amore con il quale Dio le contemplava già fuori del tempo. Quel sacerdote riconosceva che così gli apparivano il più delle volte molto differenti da quel che sembravano di essere. Anzi, in seguito, evolvevano spesso in modo diverso da quello che avrebbero lasciato presagire.

La lucerna del corpo è l’occhio, diceva Gesù e se il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce. Il nostro modo positivo di guardare il prossimo apre in lui uno spazio di fiducia nel quale può rivelarsi in tutta la sua bellezza; al contrario, se lo occhio è diffidente, mette l’altro sulla difensiva fino talvolta a renderlo inferocito.
Questi è il mio figlio diletto ci dice il Padre di ogni persona che incontriamo e lo dice di noi a chi ci incrocia. Abbiamo il potere di risvegliare nell’altro l’essere meraviglioso che è seppellito dietro la paura del giudizio, dietro la vergogna dei propri limiti, dietro il seno di colpa che le pretese altrui destano. La voce del Padre rivela costantemente a chi l’ascolta lo splendore e la preziosità del fratello o della sorella.

Discendendo dal monte, Pietro, Giacomo e Giovanni sono come persone alle quali è stato rivelato l’indizio di un enigma, ma sono ancora lontani dall’immaginarne la soluzione. Certamente hanno ascoltato il Padre e visto lo splendore del Figlio, però Il vero volto di Gesù lo scopriranno soltanto dopo la sua risurrezione. Allora si ricorderanno dell’esperienza straordinaria che hanno vissuto e ne comprenderanno il senso.

BUON CAMMINO!

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