Dal Vangelo secondo Giovanni 20, 1-9: “L’esperienza del Risorto””
Sembra come un piccolo scherzo del Risorto, perché sorprendente che il Risorto scelga alcune donne per la sua prima apparizione.
Ieri sera alla veglia, la versione di San Marco ci ha parlato di alcune donne che si recavano alla tomba. E oggi Giovanni ci presenta l’apparizione a Maria Maddalena.
Il fatto è che il Risorto non si è nemmeno presentato a Pilato per dargli uno schiaffo per essere irresponsabile e corrotto. Né tanto meno il grande Cesare di Roma. Né l’onnipotente Sinedrio o le autorità del Tempio, che lo avevano condannato nel Nome di Dio e la sua legge sacra. Nemmeno quei Dodici discepoli “maschi” con cui aveva trascorso così tanto tempo.
Le donne, che in quel tempo nella società ebraica, non contavano nulla, ma avevano almeno due cose a loro favore.
Uno, amavano Gesù con tutta l’anima. Tanto che sono partiti senza preoccuparsi di chiedere a un uomo di accompagnarli per rimuovere l’enorme pietra all’ingresso della tomba.
Due, non hanno paura di mostrare i loro volti, che altri scoprono che lo conoscevano, che erano stati con lui, e anche morto e disprezzato, lo amano ancora. Coraggio e amore.
Dopo di loro, a poco a poco, i discepoli e altri apostoli avranno esperienze simili. Ma non pensare che l’esperienza della risurrezione sia stata di colpo, tutto in una volta, tutto nello stesso giorno. Né tutti credettero immediatamente. La versione di Giovanni dice che il discepolo amato “vide e credette”, ma Pietro non lo dice. La tomba vuota non gli bastava.
Per settimane, mesi e anche anni (si pensi a San Paolo), coloro che conoscevano Gesù (e alcuni che non lo conoscevano di persona) hanno sperimentato che era vivo, e che questo ha cambiato totalmente le loro vite. Non potevano più continuare come prima.
Se era vivo dopo essere morto, significava che tutto il suo messaggio, tutto il suo stile, tutta la sua vita era stata ratificata dal Padre che lo risuscita.
Non dimentichiamo mai che il Risorto è un Crocifisso, e che è stato a causa di uomini ben precisi e motivazioni ben precise: perché Gesù aveva fatto certe scelte, aveva affrontato certe mentalità, aveva denunciato tante cose … E poi, da risorto, è come se il Padre avesse impresso la sua firma sul testamento vivente e di vita di Gesù … Quindi valeva la pena prenderlo sul serio! Con nessun altro, Dio aveva agito in modo così chiaro e definitivo. C’era molto da ripensare e cambiare.
La risurrezione di Gesù significa che solo una vita pianificata, vissuta e offerta / donata dall’amore … ha senso, è più potente della morte. E quindi, non è indifferente come sia lo stile di vita personale di ciascuno. Ci sono vite che vengono “perse”, sprecate, condannate. E altri che sono nelle mani di Dio, Signore della Storia e della Vita, per essere portati a pienezza (“Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”).
L’esperienza che Cristo era risorto fu un po’ per volta. E anche gli apostoli stavano cambiando, diventando uomini nuovi, a poco a poco. Ecco perché la Chiesa celebra questo giorno di Pasqua per 50 giorni, come a dire: risorgerai. E ancora di più: l’ultima spinta resuscitante, quella che aprirà le nostre porte chiuse, il nostro cuore di pietra ci sarà donato dallo Spirito del Risorto, lo Spirito Santo.
Per questo: preghiamo con insistenza per tutto questo tempo pasquale, desiderando di essere risorti, desiderando che il Signore ci risusciti (non è una questione di nostra volontà) e ripetiamo spesso: Vieni, Spirito Santo! Una delle belle preghiere possibili.
BUONA PASQUA!
donanti