Carissimi,
stiamo per festeggiare un altro Natale in Tempo di Pandemia. La frase che però risuona sempre è questa: “… vi è nato un Salvatore!” E’ come dire: eccoci, siamo fuori pericolo, ora tutto andrà bene.
Sono più di venti secoli che ogni anno la liturgia ci ripete queste parole, ma il mondo non sembra essere salvo soprattutto in questo periodo di Covid.
Sarà una falsa notizia di cattivo gusto? Oppure c’è una via per trovare la salvezza e ci passiamo accanto senza vederla?
In Luca 2,12 troviamo: “questo è il segno, troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”.
Un bambino incapace di muoversi per salvare il mondo?
Un pargoletto deposto in una mangiatoia per vincere il male sempre più potente?
Sì, questo è il segno della salvezza, un neonato avvolto nelle stesse bende che fasceranno il suo corpo adulto martoriato. E’ un segno necessario per guarire l’umanità dalla morte, agire contro corrente rispetto al male, presentare un bambino inerme e povero ai potenti, ai violenti, ai ricchi; introdurre dinamiche diverse da quelle della rivalità, della legge del più forte, dell’egoismo, …
Per liberarci dalla menzogna, dalla vanità, ci è stato regalato un bimbo semplice e bisognoso, che è anche Figlio dell’Altissimo. Dov’è la salvezza? Nella libertà inaugurata da questo bambino consegnato alla nostra stoltezza.
Natale è l’offerta della novità, Natale ci regala un nuovo modo di vivere: disarmato, mite, fiducioso come quello di un neonato, le cui fasce annunciano non tanto la morte quanto la vita che non muore e che inizia già ora.
Ma è possibile vivere così nel nostro mondo? Dio, Signore della storia, si serve di tutto per portare a compimento la salvezza, anche attraverso l’ingiustizia.
Il Signore, che viene a condividere la nostra condizione ci invita a credere che abbiamo ormai la possibilità, anche noi, di disarmare la violenza, la rivalità, l’egoismo, l’indifferenza, oggi aggiungiamo anche combattere il Covid seguendo i consigli degli scienziati.
Buon Natale e Felice anno 2022!
Saluti cari con il solito affetto!
don Antimo Okee NTUGU EYENGA