Don Antonio Baudo

Alto e magro, sorridente, inflessibile nell’aspetto, ma sempre pronto a cercare nelle sue profonde tasche una caramella per i fanciulli. Don Antonio Baudo nacque ad Oleggio il giorno 8 settembre 1896 e subito ereditò pur nel grosso borgo sul Ticino, una passione innata per la montagna.

Nel 1920 venne ordinato sacerdote ed a Varallo Sesia strinse amicizia con Giulio Pastore che più tardi divenne onorevole e ministro. Attivo fra i giovani don Antonio con altri membri di circoli cattolici valsesiani fu operante nel gruppo “Avanguardia Pio XI” che aveva per motto “O Cristo, o morte”.

Da Varallo giunse a Mollia e indi dalla Valsesia, già nella sua maturità fu nominato parroco di Maggia te Inferiore ove fece il suo ingresso il 19 aprile 1942. Attorno, la realtà della guerra fu uno spettro e don Antonio, si barcamenava tra i vari gruppi armati, da quelli contraddistinti dal fez a quelli aventi per simbolo la stella alpina; Egli cerco in ognuno di questi uomini il loro cuore a volte indurito dal dramma delle ostilità.

Servo umile e devoto fece della sua esistenza una grande battaglia al servizio di Dio, capace di placare gli spiriti, come afferma san Paolo, soltanto alla fine dei suoi giorni. Assieme alla sua voglia di essere, lasciò alla Comunità un’ infinità di opere che però il tempo ha un poco assopito. Ancor nel turbine della guerra mise in piedi le strutture di un cinema, capace di attirare la gioventù con programmi meticolosamente scelti. In lotta con l’amministrazione comunale, rivendicò alla Chiesa i terreni già della Pia società dei morti e del ex piazzale del cimitero su cui edificò una cappelletta dedicata alla Madonna di Lourdes, inaugurata nel 1956. Mise anche in piedi da un vecchio edificio acquistato con molti sacrifici, una scuola materna attiva negli anni ’50 e che chiuse purtroppo i battenti per mancanza di religiose nel 1967. Anche l’edificazione del circolo ACLI lo vide fervente protagonista, antisegnano progenitore dell’attuale circolo ANSPI, che allora contava più di cento soci attivisti. A tutte queste spese notevoli per un dopoguerra che trovò le genti senza lavoro ed in miseria, in una società in ricostruzione, don Baudo chiese assai poco ai suoi parrocchiani: tre Ave Maria e, “se potete”, qualche soldo o il vostro aiuto ancor più prezioso. Ai preoccupati fabbriceri che gli fecero notare come la cassa della parrocchia fosse più che in rosso, rispose sorridente che ci avrebbe pensato la divina Provvidenza. Realmente la Provvidenza guardò in questo angolo della collina novarese, oltre che con l’aiuto divino anche, e molto, con denari di oblatori e quelli del parroco don Antonio, che non esitò a spendere indebitandosi nelle sue sostanze.

Uomo di integerrima condotta, visse una profonda devozione mariana che manifestò in ogni sua opera. Per ben due volte rinnovò la consacrazione della parrocchia alla Madonna: il 6-1-1944 e nel 1951 allorchè recò l’icona della Madonna delle Grazie in visita tutte le case. A quanti venirono battezzati, pose spesso e volentieri come secondo nome, quello di Maria.

Nella sua paterna bontà, molti ricordano don Antonio inforcare la bicicletta per recarsi negli ospedali della provincia a rendere conforto ai maggiatesi ammalati. Greve negli anni, a Lui che amo sempre definire i parrocchiani di Maggiate come molto generosi, capitò di leggere, con un leggero sorriso, ciò che il compianto pievano di Gattico don Brustia scrisse sul “Sempione” facendo una media delle offerte per la giornata missionaria del 1968: i parrocchiani di Gattico donarono mediamente 87 lire a testa; quelli di Maggiate Inferiore mediamente 140 lire.

La cagionevole salute smorzò forzatamente il suo sorriso e nel 1969 lasciò Maggiate per ritirarsi prima presso la casa del Clero anziano e poi alla casa di cura San Gaudenzio a Novara. Si spense il 31 – 10 – 1970 e fu affidato alla terra nel camposanto della natia Oleggio. Sulla sua immaginetta funebre scrissero Si fece servo di tutti, per salvarne il più possibile.

Parroci e Religiosi negli ultimi 100 anni a Maggiate Inferiore

Claudio Barbaglia, Amelia Oioli